In tutto questo mi sono completamente dimenticata di innamorarmi: ho così tanto patito ora per il padre e ora per la madre, che ho scordato come si fa a drizzare le antenne verso un uomo, trasformandosi in una specie di suora laica tutta devota al suo Signore – il lavoro. Solo che nella vita non funziona così, anzi, la dedizione funziona solo per sacrificio e mai per rifugio. Oggi è una giornata da cervo, bacche, marmellata di ribes a polenta, vino corposo, forse un Barolo, meglio ancora un Amarone.
A forza di sottrarre, mi sono dimenticata di apparecchiare la tavola, di gustare il vino senza sentirmi in colpa, di spendere per cose futili, di risparmiare tempo per amare ed essere riamata. Perchè l’amore, come diceva un’Anna Galiena illuminata dallo spirito ne Il Marito della Parrucchiera, funziona solo se è esclusivo, vissuto come un morbo, parlato con un linguaggio solo per 2 lingue. (…) Lo spazio chiuso del locale diventa così il loro habitat diurno e notturno e l’unica cornice dei loro rapporti amorosi, alternati da stravaganti orge a base di colonia e dopobarba; ma anche la prigione dentro la quale diventa ossessivo quel loro concentrarsi unicamente sull’erotismo, fino a farne un assoluto. Improvvisamente Mathilde si suicida ossessionata dal terrore che possa accaderle un giorno di non esser più desiderata (…).
Quindi è tempo di iniziare di nuovo ad essere pazzi d’amore, ho capito che tutto il resto non conta nulla. Ma allora perchè mi preoccupo ancora che l’inglese ricominci a bere come un dannato? Che non arrivi mai più dove deve arrivare? Che si arrivi un giorno a dirsi sarebbe bello potersi amare sapendo di non riuscirci. Speriamo che non sia così, speriamo che sia tutto un pochino più facile.
(Bibliografia: All is full of love, Bjork; Les Etoiles, Melody Gardot; Little Walter Rides Again, Medeski Scofield Martin & Wood)