Sono partita almeno dieci volte per il mio viaggio immaginario nel Texas. Il mio io onirico infatti sa come mettere l’acqua nel radiatore, sa cos’è un radiatore, maneggia l’ingegneria e le mappe alla stessa strepitosa maniera. Sulla mia macchina me ne vado da un’area calda e isolata a un ranch, cavalco a pelo e non parlo, ho gambe lunghe e affusolate che mi permettono l’utilizzo di jeans e maglietta bianca (tshirt) senza pancera del dottor Gibaut e reggiseno Lady Costretta. Il mio io onirico ha anche provveduto a liberarmi da tutta la peluria scura, difatti ho accenti biondo-Sheryl Crow dovunque, forse anche sui baffi. A notte, lunga nera e di stelle piccine, mi stringo nel mio poncho, guardo il cielo e constato con grandissima soddisfazione di non avere un telefonino nè qualcuno con cui parlare. Ah.