Amori molesti.

Arriva in ogni relazione il momento dell’invito ossessivo di una o più persone in ogni momento libero della coppia: il venerdì in taverna, il sabato in cucina e la domenica fuori in giardino, anche con la pioggia grazie ai ganzissimi funghetti riscaldanti. Così, quelli che prima erano teatri di copula magna, diventano un luogo di terapia sessuale di gruppo, in cui lei parla di lui alla terza persona (ma lui le siede davanti) e lui manda sguardi di cinta (senese) alla figlia di uno dei suoi amici, sedici anni a novembre.

Così piano piano viene individuato l’ospite fisso, quello che arriva prima della cena ed aiuta a sparecchiare, che piano piano i figli cominciano a chiamare zio o zia, finchè la mamma o il papà non ci vengono colti con le mani in pasta in uno sgabuzzino o una stanza lavatrice. Ed era chiaro (agli altri) fin dall’inizio che mammiferi misti all’interno di una cuccia, semplicemente, cercano di accoppiarsi.

Questo aspetto animale, primitivo, mi trova completamente indulgente: non credo di avere mai speso una parola di troppo nei confronti di smottamenti, di temporanee follie da lenzuola; d’altronde l’immagine di quei due che ci davano secche nella jacuzzi dell’Atlantis Bay di Taormina non mi ha mai abbandonato: sembravano due gorilla, nonostante fossero entrambi piacenti. Nulla a che fare con i film, cosce lisce che si incontrano, bensì due bonobo che spingevano forte con la faccia paonazza: giuro che ogni volta che mi approccio con serietà a un libro di filosofia o scienze mi viene in mente quell’immagine, e mi arrendo prima di iniziare.

Il punto è che ogni amore diventa molesto, non per sè, ma perchè ce lo facciamo diventare: la moglie di un uomo buono e fedele patirà la mancanza del pirata; quella del grande professore universitario sognerà lo skipper durante la traversata esclusiva alle Eolie. Lui, invece, è semplicemente come il maiale che sogna la ghianda, e vanno tutte bene – purchè in età fertile, purchè nei paraggi, purchè con un lavoro “da donna”.  Ma anche quando si trovino due persone di grande caratura, anche un amore grande, troverà la sua via di diventare molesto.

Sarà la mamma di lei che si trincia un piede e va a vivere in casa, o i figli che non arrivano, o quelli che sono arrivati e hanno distrutto un equilibrio, ma anche la promozione rimandata o il cugino che ha fatto i soldi e ha comprato la villa vicino al tuo condominio: l’essere umano è geneticamente programmato per rompersi le uova nel paniere e diventare filosofo.

4 Comments

  • Settembre 12, 2010

    variabile

    La terza no, dalle gerarchie lavorative mi importa il giusto, ovvero nulla e sarei capace di fare il piacione, o di parlare di punto croce con una commessa così come con la direttrice del personale di una fabbrica di detersivi. Anche non sapendo niente di punto croce.
    Per le prime due in effetti..
    L’avvenenza fisica di una donna spegne tante delle mie già misere capacità intellettive. Però ho anche incontrato donne molto attraenti che riuscivano a mantenere un ottimo equilibrio tra confidenza e chiusura nei confronti di eventuali approcci. Scusa, il Chianti..

  • Settembre 12, 2010

    Gaia

    Juanita: la mia filosofa di riferimento, da sempre.

  • Settembre 12, 2010

    Juanita de Paola

    Certo. O sono brutte, o sono più vecchie di te, o fanno un lavoro migliore del tuo.

  • Settembre 12, 2010

    variabile

    Ma il rapporto di coppia, in fin dei conti è un’approssimazione di alcune società.
    Però non sempre mammiferi misti pensano ad accoppiarsi. Ci sono donne con le quali mi viene facile parlare di cucina, figli, bollette..