Suonano le campane della Chiesa Sant’Antonio – Antonio Monti, credo – in vicinanza, dicono “sono le dieci”, la luna piena a forma di uovo lesso si affaccia nel mezzo dei due colli di Montecatini Alto – ho sempre amato il Carmine più della Piazza Giusti. L’aria sa di vecchio, di nuovo, di storia che evolve senza scossoni. Della crisi delle banche, qui, non gliene fotte niente a nessuno, finchè ci sono le campane vere. Infatti il parroco della chiesa dove andavo da ragazzina, San Francesco, quando mise le campane finte con le melodie e le luci verdi bile, si beccò tutti i miei accidenti – pover’uomo, mica se li meritava. L’aria è calda, quando dico calda, e il cielo è nero come si conviene a chi, come me, ha appena fatto il minestrone di finocchi. Che cazzo me ne frega a me, quando le mie finestre sono appannate di fumi di pentola, la bambina dorme serena, e io ho la notte per leggere i miei nuovi libri che non porterò in fondo? Filodemo, non porto mai i libri all’ultima pagina pur amandoli terribilmente: sarà un problema da nulla?
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