Ad un festival di arte contemporanea il dubbio che gli artisti ti stiano pigliando per il culo rimane sempre fortissimo. Un po’ come nella novella del vestito del re – il re e’ nudo! – si fa tutti finta di capire cosa si nasconda dietro a due donne che urlano e pisciano in terra mentre qualcuno le avvolge nel domopak, ma rimane sempre la domanda martellante “ci prendono per il culo?”. La sensazione che, finita la “performance” e lasciati di stucco noi poveri idioti, le nostre amiche se la ridano come pazze, e’ quasi fisica. Nel frattempo, grandi scappellamenti e scambi di biglietti da visita. Per me che in estate cammino a piedi nudi, grande disappointment.
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