
Senza pretese
La stagione degli affetti, dei regali appuntati di nascosto nelle note del cellulare e poi consegnati con un senso di vero trionfo, ti ricordi…
La stagione degli affetti, dei regali appuntati di nascosto nelle note del cellulare e poi consegnati con un senso di vero trionfo, ti ricordi…
La pazzia, che è alterazione, permanente o temporanea, delle facoltà mentali, ci ha preso e ora siamo fra le onde senza il timone dell’ascolto, dello stupore.
E come siamo più simili per quante parole conosciamo che per colore o stato sociale.
E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?
Forse la sensazione che il grosso sia dietro le spalle comporta scelte coraggiose, persino rivoluzionarie.
Mi piace la gioia incontenuta, la vertigine di quando per qualche attimo, e facendo gli scongiuri, va tutto così bene che la gola si strozza.
Bello come il mondo, la galassia, i buchi neri ed il tempo che passa come l’acqua fra le mani, come le promesse degli amanti e le buone intenzioni della notte dopo i bagordi.
Vuoi uscire, chiede, ti va? No, non ha funzionato prima che eravamo giovani e liberi, figuriamoci ora che sei diventato un totem del dio del brodo.
Se qualcuno mi chiede a fine anno cosa è successo di nuovo, gli dico che ho perso molta della mia paura ed iniziato a…
D’Inverno ce la faccio bene, compro le mutande con le stecche, ma d’estate il bombolone epidermico galleggia e io me ne vado in montagna invece che al mare.
L’omelette prende da subito una piega pop da canzoncina estiva, con quella consistenza idiota che recupera dignità solo con qualche erbetta e una dose abbondante di sottilette o fontina.
I cani qui attorno abbaiano come se questo fosse un canyon, eppure il suono sta bene con i canti dei rospi. Qui è Vellano…
Ho dormito in ragnaia, l’annesso della casa di Vellano che fa rima col panorama, popolato da insetti ma soprattutto aracnidi di ogni forma e…
Facciamo le tre. Stamani ho malditesta, non sono fresca, non sono dimagrita, sono felice come un girasole in un campo aretino sotto il sole alle tre del pomeriggio.
Non ti viene mai in mente, che so, di scaricare Tinder, di farti un profilo diverso, una vita diversa, di partire da zero in un segmento lontano, distaccato, senza conseguenze
Ci abbracciamo come fanno i pinguini nella tormenta, per rimanere vivi, sul pack.
Forse mi piace anche invecchiare. Certo, un filler qui, un massaggio là, il conteggio perpetuo delle calorie: sarebbe bello se fossi bellissima.
Aspetto la piccola ogni giorno per 6 ore al bar, col computer e le cuffie per lavorare e fare chiamate su Skype che chiamo videoconferenze per darmi un tono
Io amo, e questa è la notizia più bella di sempre. Io sono molto amata, ma questo – nonostante sia quasi morta – lo sapevo già.
Ognuno ha il corpo che si merita, così io mi vergogno del mio, con quella pancia prominente e le gambe corte che non ho avuto la forza e la costanza di correggere – e con quella faccia a macchie.
Tu no, tu mi metti il giacchetto e mi porti via come si fa coi bambini scemi al campo giochi, andiamo a mangiare quel coso di pollo e verdurine che ti piace tanto, quello da pret-a-manger. Si.
Aveva provato, lui, ad urlare, ma da piccina il mio papà mi aveva insegnato come bloccare il morso dei cani grossi con il pugno, e mi era venuta questa idea di usare la stessa tecnica: funzionava.
Fare la posta su una panca – e non al moroso.
L’aspetto del mio lavoro che mi ha colpito di più in questi anni è quel desiderio di ritorno alla cava, al cocoon