
Senza pretese
La stagione degli affetti, dei regali appuntati di nascosto nelle note del cellulare e poi consegnati con un senso di vero trionfo, ti ricordi…
La stagione degli affetti, dei regali appuntati di nascosto nelle note del cellulare e poi consegnati con un senso di vero trionfo, ti ricordi…
Mi piace la gioia incontenuta, la vertigine di quando per qualche attimo, e facendo gli scongiuri, va tutto così bene che la gola si strozza.
Ho dormito in ragnaia, l’annesso della casa di Vellano che fa rima col panorama, popolato da insetti ma soprattutto aracnidi di ogni forma e…
D’inverno il mio mondo finisce dove il mio sguardo miope mi permette di vedere.
Il nostro amore, così diverso rispetto a quello di amici o a quello che mi ero immaginata, così profondo e radicato da essere come una malattia ereditaria
Forse mi piace anche invecchiare. Certo, un filler qui, un massaggio là, il conteggio perpetuo delle calorie: sarebbe bello se fossi bellissima.
Io amo, e questa è la notizia più bella di sempre. Io sono molto amata, ma questo – nonostante sia quasi morta – lo sapevo già.
Ognuno ha il corpo che si merita, così io mi vergogno del mio, con quella pancia prominente e le gambe corte che non ho avuto la forza e la costanza di correggere – e con quella faccia a macchie.
Tu no, tu mi metti il giacchetto e mi porti via come si fa coi bambini scemi al campo giochi, andiamo a mangiare quel coso di pollo e verdurine che ti piace tanto, quello da pret-a-manger. Si.
Fare la posta su una panca – e non al moroso.
Sono stata ad una premiere a vedere il film The Croods, la storia della mia famiglia nella versione che va a finire bene. Naturalmente…
La dolce Cara mi viene a trovare a sorpresa con il suo bagaglio di problemi irrisolvibili. Ha giudizi implacabili su chiunque, in particolare sulle povere donne ‘normali’, banali. Cretine. Grasse. Vestite male. Avevo già detto banali?
Coraggio è quindi una declinazione comportamentale del cuore, un suo parente migliore, un istinto-non-istinto che speriamo di sviluppare fra i sei e i centoventi anni.
Annuisce forte, come quando ti chiedono se l’unica pizza con la doppia pasta e mozzarella di bufala delle dieci che sono arrivate è la tua – sì! Non me la prendete! L’ho pensata e voluta così tanto.
I miei sono tutti in haute-couture oggi e, se lo zio resiste alla tentazione di levarsi il ponte coi denti per lo champagne di rito, è fatta anche questa volta.
Ecco perchè siamo ancora qui io a spedirti lettere ad un indirizzo che non esiste e tu ad essere vivo da qualche parte senza sapere dove di preciso.
Come ogni dittatore che si rispetti, in fin dei conti questo è il mio regno e io ci governo, ho anche certe pretese non proprio a modino – ma io non posso sopportare le persone sciatte, quindi dimenticatevi pure il pigiama e la scarpe comode.
Mamma sa sempre cosa dire per farmi passare quella palla d’ansia che mi piglia la pancia anche da piccina. Se lei dice che va bene, allora va bene. Non c’è verso. Quando andiamo al mercato, per esempio, io sto malissimo.
Si è messo con me, l’antimateria dello shopping, l’eretica della moda, il maschio con le puppe, per espiare le colpe di una vita vacua. Mi sono messa con lui per sapere sempre cosa pensa il nemico.
Divanoni soffici dove fare pisciare i gatti e poi, subito dopo, fare sedere gli ospiti – salsicce, fagioli, frittata e birre come se non ci fosse domani. Rutti sommessi e sedute copiose nei bagni senza finestra.
State mangiando la storia di Firenze, fatta in primis di odi e passioni viscerali (by Consuelo Cecconi)
Diventare genitori significa avere voglia di chiudere la porta, uscire, ubriacarsi a morte, mandare a fanculo il commercialista (non le mie, angeli divini), svegliarsi in un letto sconosciuto di una citta’ latino americana mentre invece si esce, si’, per andare a fare la spesa: c’è il pollo al tre per due.
La proprietaria del pub ha un marito che fa l’occhiolino ai ragazzi, compreso il mio.
Il corpo è mio, no anzi scherzavo, è di tutti, anzi no, è dei miei figli, aspetta no è del mio fidanzato. No è mio. E che me ne faccio?