Fra i personaggi che convivono dentro di me (“Quando il bambino smette di piangere posso finalmente sentire di nuovo le voci dentro la testa” Phoebe, Friends) c’è un mostro a due teste, cieco, schizzato di nervi e sensibile non in un modo positivo. Il mostro, maschio così impara, salta fuori quando meno me lo aspetto, quando anzi sento un grande equilibrio. Questo dà luogo a varie considerazioni:
1) i periodi di calma apparente e benessere continuano a generare mostri, che si tratti del mio o di quelli dell’umanità intera;
2) l’invenzione del secolo sarà un verificatore della veridicità delle proprie impressioni e sensazioni;
3) il mostro dentro di noi è furbo, e finge interesse ma vuole la guerra.
È sicuramente maschio. Forse mammifero.
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