Come la lingua dopo il prosciutto.

Juanita de Paola

Succede dopo sei fette di prosciutto mangiate di furia, con le dita, dal frigorifero: mi viene in mente nonna, che mi diceva che per una fetta di maiale ce ne sta una di pane, punto e basta. Diceva che la sete veniva a chi non sa dosare i due elementi, così in cucina come nella vita, e che sarebbe stato bene farli morire di sete quei disgraziati che sovradosano il companatico – perchè sono ghiotti, e c’hanno l’occhi più grossi della bocca. Io dicevo nonna, parli di me, e lei rideva. Abbiamo tutto, diceva, e rideva ancora.

Non so se sgrassare il prosciutto crudo sia una cosa teribile da fare e ancorpiù da confessare, io lo faccio anche questo con le dita, perchè quel viale bianco mi dà la nausea a guardarlo; l’obiettivo è quello di ottenere una palla moscia di maiale rosso sangue e farsela sciogliere in bocca. Ho l’acquolina tutto il tempo e credo che se vedessi una foto della mia faccia impegnata nell’operazione non mi piacerebbe per nulla: accaldata, assetata di cibo, oibò. Ma poi perchè.

Se è vero che il pane caldo è quanto di più buono un essere umano dovrebbe assaggiare per non cadere nei vizi maligni, è vero che il prosciutto crudo dolce rappresenta il primo passo verso il male, inteso come piacere senza desiderio di procreare. C’è un talento infinito nel cattolicesimo per fare apparire ghiotte certe cose e allettanti determinati comportamenti che, probabilmente, se non ci fosse il Vaticano sarebbero considerati regolare amministrazione: probabilmente la copula senza figlio non ci sarebbe nemmeno venuta in mente, dico, se qualcuno non c’avesse ricamato sopra. Dunque, in un universo in cui esiste l’inferno, la manciata di fette di cui mi sono aggofata ti ci indirizza perbenino.

La lingua ora mi frizza, ho una sete pazzesca che sto placando a suon di tubi d’acqua gassatissima e mi scappa da ridere. Praticamente mi sento come quando torni.

Bibliografia: Take Five 5:27 The Dave Brubeck Quartet Time Out (50th Anniversary), per il Classico; Certainly 4:43 Erykah Badu Baduizm, per il rialzo di mezza tonalità che lei piglia al volo; Gimme 3:33 Jill Scott Experience: Jill Scott 826+ (Disc Two), per un week end con l’amante (straniero).

Videografia: Kiwi siamo noi

2 Comments

  • Febbraio 14, 2020

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