Il comandante è morto facendo all’amore con la sua moglie di sempre, la sua farfallina – di centodieci chili. In quel preciso istante che segue l’infarto, le ha chiesto di lasciarlo lì, di concedergli una morte da uomo, e così lei ha fatto. L’obbedienza militare anche in casa, ma soprattutto un amore infinito, fatto di ma non mi rompere i coglioni e caro è pronto il coscio d’agnello che ti piace tanto. Il comandante ha ricoperto la farfallina d’oro, dico, collane e anelli, giacchè lei veniva dalla povertà e i gioielli contavano qualcosa.
Si sono allargati assieme, anno dopo anno, anche perchè lei cucinava come uno chef vorace. Ricordo il barattolone di crema blue in bagno, la nivea, il fustino di crema bianca appiccicaticcia che profumava di buono e che nonna usava come tutto: post depilazione, pre notte, giorno idratante, mani secche, gambe abbronzate. Non mi azzardavo a metterci il dito, nonna mi avrebbe buttato di sotto dal terrazzo con una pedata, ma la sniffavo parecchio. Il comandante assomigliava a Marlon Brando un bel pò, la nonna sembrava Audrey Tautou (più le bestemmie).
Nonna utilizzava caftani colorati d’estate e completi di sartoria in inverno, le piaceva il celeste e il rosso. Le unghie, fino a novantanni, rosse come il fuoco, curate. Le dita storte di artrite, la statura che tendeva allo zero, specialmente da ultimo quando andavamo alla dialisi la mattina, in quel reparto infame dove tutti sanno che stanno per morire ma, hey, non sono mica cascata dalla culla, mi diceva. Era bellissima, rugosa come una tartaruga, ma senza un grammo di cellulite. La faccia, grassa, era solcata dalle pieghe delle risate. Non ricordo un giorno in cui il comandante, nonno, non le abbia detto che era bella come il sole e lei, magia, lo era davvero.
Povere donne. Ci stiamo estinguendo, salvo pochi esemplari come la nonna, Barbara Alberti o Ines de la Fressange. Ci stanno sostituendo con delle creature deformi, programmate per deturpare l’immaginario collettivo. Bambine-vecchie, dalle pose vezzose, che ingaggiano confronti con bambine-bambine con sguardi da vecchie. Ci stanno, ci stiamo, rubando la vecchiaia, il diritto a rilassare il buzzo in spiaggia, quello alla trasparenza davanti a un gruppo di uomini per strada. Stiamo eliminando uno a uno i passaggi micidiali che preparano ad una nuova conoscenza, ad una nuova gioia, ad una conversazione senza filtri in cui, fosse anche solo per l’esperienza, avremmo qualcosa da dire.
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