Di tutto, la più grande emergenza di scrivere è il battito della tastiera, ora, e della macchina da scrivere, prima. Una sigaretta lasciata a sfiatare su un portacenere, nel mio studio – un buco rubato all’altro buco, la casa -, la serranda di legno chiaro a mezza asta, le stelle e, se possibile, il silenzio del fuori, il silenzio del dentro. Solo il ticchettio.