Stamattina alle 07:54 ho varcato la soglia laterale sinistra del parco, come ogni mattina in cui non piove, per recarmi all’ufficio, il luogo dove passo di media dieci ore al giorno e dove mi rilasso dal lavoro di donna della casa, moglie senza certificato e mamma. Passeggiando ho contato tutte le cacche di cane, come ogni mattina, constatando che stamani fuffy numero sei non è riuscito ad espletare i suoi primari uffici. E meno male, perchè fuffy numero sei è centododici chili di cane. Il suo padrone, che saluto tutti i giorni, è alto ottanta centimetri ed ho come l’impressione che quel bestione riempia i suoi vuoti volumetrici. La luce del sole del mattino ingentilisce i tratti di tutti e rende il pelo delle pantegane che risiedono nel fiumiciattolo del parco di un colore oro rosso che mi fa venire voglia di cantare. Vecchini di tutte le età corrono i centro metri in sei secondi netti quando l’acqua delle Leopoldine fa effetto e loro, incauti, si sono allontanati dai gabinetti delle terme. In tutto il mondo dove ci sono le terme ci sono le piscine e i solarium, qui no, qui la gente ci viene ad andare di corpo. Fra un peto e un altro organizzano concertini, soprattutto all’Excelsior, ma io non ci vado perchè non si distinguono i fiati musicali da quelli improvvisati. Mi fermo ogni mattina in un bar nuovo, questo significa che certe volte devo abbandonare il percorso maestro e spingermi di là dalla ferrovia, ma ne vale la pena. Ad esempio stamattina ho preso un macchiato che sapeva di scimmia, e mi è tornato in mente il mio viaggio in Africa. Ieri invece ho bevuto un cappuccino degno di nota (Dolci di Carlotta) e un caffè a seguire davvero memorabile. Ognuno deve trovarsi l’ispirazione nei propri cunicoli vitali, perchè essere felici di quello che si ha è la chiave per una vita serena e tutto sommato felice, ma soprattutto è il sistema più indicato per affrontare le disgrazie. Riderci sopra, invece, è puro genio.
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