Mezza Pinta ama il cioccolato. Lo ruba da tutti, dovunque, perchè cerco di somministrargliene il meno possibile: si infiamma subito, le vengono le chiappette rosse, fa poca pipì, quelle cose lì. Nonostante tutto, a quattro anni e mezzo, ha vari pusher che accontentano i suoi desideri, evidentemente, e le ritrovo in tasca cartine appallottate di kinder soffiato, barrette, cioccolatini assortiti. Sa benissimo che poi tutto si arrossa, ma insiste: è più forte di lei. Quando succede se la prende con me, piagnucola e mi dice mamma mi hai fatto mangiare la cioccolata, non te ne sei accorta, e guarda ora sono tutta rossa. Allora beviamo molta acqua, mettiamo la pasta di fissan, teniamo indumenti larghi, per fare passare il tutto.
Quando vengono le amichette di Mezza Pinta cerco di non fargli vedere la televisione e magari facciamo il pane, o la pizza, ma capita che abbia da lavorare e che le schiaffi lì per un’ora o quattro. In questo lasso di tempo guardano una serie di cartoni insulsi e poco tragici, per me inutili ai fini educativi come quelli di Walt Disney, ma soprattutto si esaltano alle pubblicità: le conoscono tutte, vogliono tutto. E più la nenia è irritante, più saltano, abbracciano il televisore, fanno gli occhi sognanti. Poi scatta il me lo compri, lo voglio, me lo prendi, ma perchè io non ce l’ho, sei cattiva mamma, mi dai sempre i giochi brutti.
Il mondo di Half Pint è un mondo realizzato, rotondo, felice, dove lei non ha nessuna responsabilità e io sono artefice di tutti gli errori. Lei sogna, perchè io la castro senza nemmeno dover fare nulla: sono il tappo della sua magnifica pentola a pressione, e non vede l’ora di farmi saltare in aria. Tutto quello che desidera è un dovere, mio dovere, e devo correre a raccattare ciò che lascia dietro di sè: pezzettini di carta, disegni incompiuti, sporco, briciole, altre amichette piangenti. Dice bestialità, ma le viene perdonata la sua assoluta mancanza di tatto: è naturale – Mamma guadda, quella signora ha il buzzo più grosso del tui. Mi fa sogghignare, certe volte, altre vergognare come una ladra.
Ci provo a spiegarle come stanno le cose, ma la sua natura di cucciolo la rende quasi sorda alle esplicazioni: semplicemente non le importa, se la vuole spassare e sa che può contare su di me per recuperare il tutto. La piccola inventa storie di continuo, e dice a tutti di avere dieci monopattini. Ora, sostitutendo Il Governo a Mezza Pinta e Il Popolo Italiano alla prima persona, in questo momento non cambia assolutamente niente.
ig
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Mezza pinta assomiglia tantissimo a mostrillo (mio nipote). A volte invidio il loro mondo rotondo e senza pensieri…tocca ai grandi occuparsi di ciò che non va, loro devono solo vivere (cosa che spesso “i grandi” si dimenticano di fare).
Concordo con variabile che il discorso, applicato alla politica, richieda un ragionamento più complesso…mi astengo dal dire qualcosa, per conservare la mia (finta) aura da donna bon ton!
variabile
Inizia gradualmente a proporre una parziale inversione: comincia a chiedere tu a lei. Mi passi questo? Mi aiuti ad apparecchiare? anzi, magari: aiutami ad apparecchiare, che altrimenti non si mangia. Con allegria, ma senza punti interrogativi.
Trasponendo alla politica il discorso si fa più complesso. Tua figlia puoi sempre sollevarla di peso e toglierle la cioccolata di mano.