Quando una civiltà comincia a catalogare i vecchi come pensionati arzilli, è giunta l’ora di cambiare continente, o almeno nazione; non perchè ci siano posti migliori di questo, assolutamente, ma perchè la sordità che arriva con l’età e la barriera linguistica molto potranno ai fini della mia felicità, ne sono sicura. La dignità dei vecchi, ridotti a macchiette e probabilmente a breve definiti diversamente giovani, è in pericolo, e con essa il mio futuro. Ho il diritto di pisciarmi addosso, fra una quarantina di anni – se tutto va come deve andare – senza che nessuno abbia pena per me o mi infili in un carosello sul web, per vincere un premio come best new designer.
Ho bisogno di sapere che la conoscenza e la bruttezza accumulate avranno un luogo dove potersi manifestare senza che ci siano assistenti sociali o ragazzini edipici a rompermi le uova, lasciandomi planare dolcemente fra il ludibrio e i nipoti che mi prendono in giro, perchè non capisco più nulla. Avrò rispetto, dai miei pronipoti e figli, perchè sto costruendo una carriera e un conto in banca che mi renderanno gradita a tutti, quando anche la dentiera mi si infilerà nel piatto per sbaglio, un giorno, mentre provo a mangiare il brodo di corsa.
La lettura del quotidiano locale non mi rassicura in questo senso, perchè portatrice di un linguaggio pigro e sbagliato, imperdonabile: “allegro vecchietto si fa rapinare da rumena che si finge poliziotta”, o “pensionato arzillo va a Montecarlo e si gioca tutta la pensione: interdetto”. Chi ha a cuore il tema dell’età sa che non c’è nessuna allegria a diventare handicappato, a scordarsi le cose, a farsi ingannare dagli ultimi luccichii di vita sfrenata prima che sia troppo tardi; questi tentativi un pò disperati di vivere ancora, di credere alle emozioni sapendo che ti fregheranno, mi fa molta più tenerezza dei primi passi di un bambino. E non ci sopporto sopra nessuna specie di ironia, soprattutto da una banda di aspiranti tronisti e cretine che si ritrovano a fare lo stage nel giornaletto del paesino.
Una risposta su “Ammazza la vecchia.”
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