Festa grande a Pietrasanta, per la Lollobrigida.

Il titolo non tragga in inganno, non sono riuscita nemmeno ad avvicinarla la Ginona. Ero impegnata a scoprire le meraviglie del latex declinato nell’arte contemporanea, ovvero “dell’arte di sdoganare la fava colorata”. Daltronde le sculture della Ginona riproducono uno stesso soggetto all’infinito: essa. Ma più alta e in bronzo. Era vera la frase che diceva “meno male che agli uomini non è dato modellarsi, diventerebbero tutti ugualmente brutti”, che elaborai a sei anni, nel pieno della mia prematura saggezza, ma stasera c’erano alcune facce che erano più uguali di altre. Sono rimasta folgorata da una signora vestita di rosso, bellissima, ho provato a dirglielo ma devo essere uscita tipo swcgsss gnoraa blissim vstit ross perchè m’ha guardato come se avesso appena fatto una peta sonora. Grande e bella festa al Mondial, bel vino, cibande ottime, peccato che ero invitata io – per altro, col vestito in stecche di balena, non riuscivo a respirare, e non mi sono seduta un attimo. S’era io, la Morenique, il Brvno, Gegilia e Edwin.

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