Non mi interessa il fatto di non sapere parlare il francese, so che nei violetti della Camargue, fra un’orangina di venti anni fa e un bicchiere di Chateauneuf-du-Pape di oggi, io abito nella mia vita parallela, una delle cento che non ho potuto vivere ma di cui comunque mi ricordo. Non mi interessa nemmeno che il popolo francese sia additato come il più antipatico al mondo: io sono la persona più difficile che conosco, quindi mi ci troverò bene.
Possono dire quello che vogliono, che i francesi si mettono le baguette sotto le ascelle, che le donne sono terribili, che gli uomini non amano la doccia e che lo fanno apposta a non risponderti in altre lingue – capisco l’italiano, ma l’inglese, dicono -, a me queste cose non fanno altro che incrementare la mia voglia di abitare il sud della Francia, un pò come quando scopri che il tuo amato fa certe facce improponibili, così, un pò da maniaco, mentre si fa all’amore e finisci per esserci assuefatta.
Il mio ricordo francese è vivido, immutato negli anni, ed inizia con un giovane pittore dell’Accademia d’Arte di Firenze, quando facevo finta di frequentare solo per vedere una donna nuda in mezzo a una stanza, una mia amica, e tutti che fanno finta di nulla. Per ore ho guardato i pacchi dei pittori, non capacitandomi che nessuno facesse tenda – è il ventunesimo secolo. Si chiamava Guillaime, dipingeva tutto con un colore solo e vestiva di marrone, tutti i toni: biondo di occhi verdi, aveva un tono baritono di voce. Mi vedevo accanto a lui, con un basco in testa, camminare le vie fredde di Parigi, portando i suoi fogli alle gallerie, con una mansarda (e daje) e molti fiori freschi. Guillaime molto probabilmente vedeva me con un cespo di agli in cucina, una famiglia di mille persone tutte rumorose, e le varici viola.
Pensavo a questo ieri notte quando, dopo avere dispensato consigli alle mie amiche, ho avuto trenta minuti di vero terrorismo telefonico con il mio fidanzato, reo di avere risposto alla mia chiamata con la stessa voce con cui si annuncia il feretro. Tanto non mi interessano gli amori pacati, le cose che si aggiustano piano piano, le cose che vanno fatte e perchè vanno fatte o l’educazione: laissez-moi faire, je suis français – dice google strumenti per le lingue.