I nomi finti delle cose cattive.

juanita

Ho imparato che le cose perdono di significato, quello vero, mano mano che si cresce. Cioè gli adulti dicono “è una donna generosa” quando si tratta di essere umano con genitali femminili e nessuna coordinazione esistenziale, un disastro, una di quelle che creano figli assassini e comunque depressi a morte.

Oppure si dice “è un uomo strepitoso, un personaggio” quando si parla di un cretino che ha ripudiato moglie e figli per farsi un lifting e comprare un parrucchino di peli di cane (vivo), per poi fidanzarsi con una cubana di sedici anni. Sto parlando di un rifiuto umano, che conosce qualche barzelletta e ha amici che contano (fino a dieci).

Ho anche imparato che le persone che alzando gli occhi al cielo danno monete a quelli che vendono i fazzoletti e gli accendinisono dei pulciosi di natura. Come pure le donne che spettegolano in ciabatte sono non meno cattive dei boia nazisti, solo che non hanno canne del gas a disposizione.

Non bisogna fidarsi delle cose buone, perchè nessun essere umano in pienezza di vivere dividerebbe mai il suo orto con un mendicante. A meno che questo non fosse colto da voglia di lavorare.

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