La stoffa del mago G

juanitadepaola

Pensa che fortuna noi donne: abbiamo un pianeta intero impegnato attorno alla nostra vagina. Quando noi siamo così sbadate da dimenticarci che i nostri corpo e cervello si sviluppano attorno all’orefizio cui hanno attribuito l’origine del mondo, arriva qualcuno e ci rammenta come vanno le cose. E se non si tratta direttamente della concavità, si preoccupano di quanta carne mostriamo, se dobbiamo stare a destra dello chador o sotto il burqua, se possiamo stare una vita senza riprodurci e farla franca oppure ancora se verso i quaranta iniziamo ad avere problemi di incontinenza in ascensore – vergogna.

Sono tutti così preoccupati per noi che si domandano con frequenza (preoccupante) se siamo abbastanza felici sopra il letto (ma anche di lato). Ma dove sarà questo pallino che dà la felicità? Noi sì che siamo evolute: penso al meschino membro maschile, tutto involuto nel processo che porta all’estasi. Penso invece alla donna, più sofisticata,  con un pulsantino di pochi millimetri, che se lo manchi non solo lei, poverina, non sentirà nulla; ma finirà pure per sposarsi con quel gonzo senza avere provato le gioie della gang bang.

Come se non bastasse questa iperattenzione, ci si mettono anche loro, noi, le donne, che per non riuscire ad esporre idee in maniera sensata, abbiamo lasciato credere, ovvero a domanda scema non abbiamo fornito risposta chiara: no, non è un pulsante come quello per giocare da Jerry Scotti. Per fare un parallelo, bisognerebbe avvicinare un uomo e chiedergli: ma allora, di preciso, il punto F, quello che permette agli uomini di avere un’erezione di sei ore lei (se) lo sa individuare? Nessun uomo risponderebbe “dipende” con aria pensiva, ma piuttosto “ma quanto pakistano hai assunto tu stamattina?”.

L’idea che una donna possa fare l’amore per il gusto di trovarsi attorcigliata con qualcuno di cui è infatuata, innamorata, schifata, chi lo sa, senza dovere per forza climaxare come una fontana, lo capisco, fa inorridire. Eppure bisogna che, obtorto collo, il mondo se ne faccia una ragione. Lasciateci nel nostro brodo, nella nostra miseria: abbiamo perso di vista la nostra vagina, e questo è sicuramente il motivo per cui questo pianeta va a rovescia.

La “cosa” è in realtà piena di punti yeah, a dire il vero, e sì, non è necessario chiamarla col suo nome ogni due minuti, perchè non è che sia questa meraviglia da sentirsi o immaginarsi subito dopo. Utile, allegra, timida quanto basta, signore e signori vi presento la colonna portante del mio apparato genitale, la bocca del mio cervello ovarico, il punto di congiuntura dei miei due pezzi simmetrici, la gora dell’eterna curiosità; sfoderabile, in molti colori, la signorina è dotata di un dentro e di un fuori – a qualcuna piace più usare l’esterno e a qualcuna di più l’interno. Nessuna donna dotata di ratio che conosco passa più di quaranta minuti in tutta la sua esistenza a parlarne, o a misurarla, o a definirla: c’è, ma se non ci fosse e se il ginocchio fosse altrettanto sensibile non ci sarebbe proprio problema.

Il punto G, che si chiama così perchè nella testa degli uomini si trova mediante consiglio del mago suddetto, ha una collocazione in realtà ben precisa, che le donne continuano a nascondere ai propri partners per paura che gli venga un ictus: il cervello.

2 Comments

  • Febbraio 14, 2020

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