Il senso di un umano per il condominio.

Juanita de Paola

Sono per la monarchia assoluta, tifo per l’imperatore, l’associazione pro officio viri boni et probi episcopi, specialmente quando si tratta di un condominio. Il teorema è facile: “se un uomo (o una donna) ha di meglio da fare, questi non si recherà alla riunione di condominio”. Le discese o teoremi apocrifi sono altrettanto facili da intuire: “se un uomo (o una donna) ha di meglio da fare, allora è in una buona disposizione d’animo”. Ma anche ” nessuno che abbia una vita piena si può accorgere se il vicino annaffia prima delle dieci”. E così via.

Conosco svariati amministratori di condominio, perlopiù sassofonisti o pittori il cui padre, disperato, ha lasciato l’esercizio per morire con il cuore in pace. Conosco anche vari psichiatri, di cui uno di fama, e i commenti che ho sentito su condòmini e pazienti avrebbero potuto essere scambiati senza colpo ferire: ne esce fuori un mondo sommesso, gretto, di adulti che si fanno i dispetti, che si ascoltano a ore, che appuntano sui quadernini gli sgarri da far ripagare e portano rancore come se avessero dieci anni.

Il verbale della riunione di condominio, comunque, rimane una delle pietre miliari cui attingere se in cerca di un soggetto fantozziano: (…) L’avviso deve inoltre riportare l’ordine del giorno: nessuna decisione potra’ essere presa su un argomento che non vi sia inserito, pena l’annullabilita’ delle relative delibere. E’ quindi inutile che venga inserito all’ultimo punto la voce “varie ed eventuali” per poter poi deliberare su qualunque altra cosa (Corte di Cassazione sentenza n. 14560/2004 del 30 luglio 2004).

Che poi non è mica tutto male. Si può anche decidere di alzare la siepe di venti centimetri e comprare tutte le tende dello stesso colore, oppure di poter lasciare la macchina sotto il parapetto se nevica.  Io non invecchierò in Italia, lo si metta agli atti.

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