E’ un autunno benedetto per quelli che hanno deciso di seguire Saturno e cambiare la loro vita; è una stagione triviale per chi sta cercando di ostacolare il dio del grande cambiamento e rimanere dove si trova da un pò di anni. Il freddo pungente che ci ha travolto dalla Russia ci ha costretto a letto il pomeriggio, quelli fortunati con un compagno di lenzuola, altri con un buon libro. Io sto leggendo Tim Roth. Non so se ho mai decantato pubblicamente le virtù del whiskey o del tea caldo di rose (hagebuttentee), ma questo dovrebbe essere il luogo e il momento ideale.
La terrazza degli uomini nudi, località a 6 gradi nord-est dalla finestra del mio bagno rosa, è vuota e desolata. Sono sicura che quelli della villa accanto si odiano: hanno una casa spettacolare e non c’è verso di vederci entrare qualcuno a cena; sono quelle persone che fanno l’albero di Natale con due colori, intonati ai fiocchi, coordinati coi tovaglioli, abbinati alle coccarde. Sei ripartito e ti sei portato via il mio profumo, da cui deduco che non era davvero un regalo per me. Daltronde siamo a questo punto, dove si usa la stessa essenza e tu ti porti via il gel rosso lasciandomi coi capelli secchi. E molto altro. Siccome non ti piace Keith Jarrett e non distingui una chitarra elettrica dai King Crimson, questo era inevitabile. Ieri sera, a proposito, preparando il minestrone con le cosce di pollo e ogni verdura, ho sparato Uncle Remus di Zappa a un volume fuori controllo, al punto che mi hanno suonato al campanello, e ho pensato alla sala prove di Flavio, immersa nei cani e nei cavalli, pagherei milioni per averla a disposizione in queste nottate lunghe. Siccome ho uno zio che si chiama Remo, che tutti chiamano Remus, covo il sogno che quella canzone sia stata scritta per me.
Ho preparato il minestrone, c’è aria di gallina fra le verdure, le bistecche sono sulla griglia, il Cum Laude del 2006 stappato e versato: gli amici si aspettano che io cucini per loro e io lo faccio, anche se sono dieci anni che lo faccio senza saperlo fare – e intanto schioccano le lingue. Ho dimenticato il rosmarino. Instant Karma.