La carta, la stampa, il puzzo del giornale e i siti in Php: come faranno i (miei amati) giornali a sopravvivere all’era di Internet? Alzando prezzo della carta stampata e qualita’ dei contenuti. Intanto si vendera’ una sorpresa, alla stregua di Pasqualone (1982), un contenuto che ci mandi in fibrillazione, di cui l’allegato sara’ un giornale. Tipo. In una scatola di cartone reciclato, o un sacchetto di quelli che nell’acqua diventano qualcos’altro ma di buono, ci sara’ un pizzino, un’idea da cui partire. Ci saranno indicati percorsi infiniti ma tutti possibili su un divano. Ci saranno spunti per cambiare vita il giorno dopo, tipo, come usare la tua pensione per vivere come un nababbo da un’altra parte, devolvendone un pezzettino a chi ne ha piu’ bisogno, come imparare una lingua e farsi l’acqua da soli in meno di un minuto. I siti internet sono miracoli veri e propri, che riescono a trasformare dispacci di notizie in cose appetitose fra le pubblicita’, piu’ per gli inserzionisti che le pagano che per chi le legge, il Php, linguaggio di programmazione che genera contenuti per categorie, e’ il principe per la loro messa in video; ma e’ un formato rigido, ordinato, che non odora. Non e’ la carta ad essere in crisi, sono le persone che hanno superato i contenuti che ci infilano sopra: le notizie si possono leggere velocemente nell’ansa e no, non me ne frega nulla di vedere come finisce su internet una storia iniziata sulla carta, perche’ non sono una bambina cretina e non capisco perche’ mi vuoi dragare su un sito se sono felicemente sdraiata su un letto a leggere un giornale. Metti la moda, ad esempio: ma chi se ne frega di vedere un modello addosso a un’altra? Fammi appoggiare il polpastrello sulla pagina, digitare la mia forma e le mie misure, generare il mio avatar e vedere come mi starebbe. Se mi piace, magari, lo compro. O metti le vacanze: non voglio andare a vedere qualcosa, voglio fare qualcosa mentre vedo cose, e se mi e’ possibile andare a casa di qualcuno a pranzo invece che a un buffet o a un ristorante pagando un traduttore, pure meglio. E la pittura a olio? Io la voglio tastare, mica consultare, vedere su una parete di casa mia, proiettata: un Turner io non lo posso comprare ancora, ma proiettare da una rivista, perche’ no? Mi piace la carta, le impaginazioni a blocco libero, i font types diversi, l’anarchia ordinata della grafica da stampa. E l’odore, quello e’ il mio preferito, specialmente se la carta e’ molliccia e satinata come quella dei settimanali femminili.