Chi ha recentemente assistito a un sabato pomeriggio di shopping nel Corso storico, segmento elegante e ricco, si e’ forse trovato di fronte a un fenomeno in crescita: il babbino glamour. Il babbino glamour e’ l’estensione virile (?) della mamma elegante, con portafoglio. Istruiti inconsciamente durante la notte, violentati al punto da amare i loro aguzzini (le mogli), i nostri sanno tutto di Burberry, Petit Bateau, Marie Chantal e compagnia cantanti. Disdegnano (giustamente) Cavalli baby, Blumarine baby, Dolce e Gabbana baby e cosi’ via – volgari, per figli di gente che ha vinto la lotteria, dicono. Le marche a risparmio (orrore! stanno anche sui banchi del mercato!) tipo Monella Vagabonda non sono nemmeno (giustamente) considerate, nonostante abbiano vinto il premio come il peggior logo mai visto sulla terra tutta. Il babbino glamour coordina calzini, righine della giacca e fiocchino (piccino) in testa – mentre la mamma ogni tanto deborda e sceglie la passata a fiori, quella col pizzo rosa. Il babbino glamour e’ mansueto finche’ non incontra un altro babbino glamour al primo giorno dei saldi nelle boutiques da fanciulli: li’ torna, finalmente, maschio, e dice “cazzo” quando gli hanno sottratto la giacchetta rosa cipria col fiocchetto di sotto mano.