Lavorare con cantanti, attori e artisti ti fotte il cervello. I pochi benefici, peraltro inutilizzati dalla mia parte, dell’accompagnarli a qualche cena o evento per poi farsi salutare dal maitre con un ciao splendida (ma mi hai visto per bene, cretino?) sono assolutamente secondari alle rotture di palle che il vip porta con se’, che variano dall’egotismo infantile acuto alle vere e proprie manie persecutorie. Sempre di piu’ amo la sobrieta’ e la serenita’ di chi, al contrario mio, non ha fatto del proprio lavoro una crociata esistenziale, ma si gode la vista di quelli che corrono su una panchina al lato del campo.