Camminavo nel bosco fitto e tu mi eri accanto con la saggezza di chi non ha paura del buio. Ero io a sapere come si interpreta una mappa del tesoro, ma eri tu a buttarti di istinto e trovare i sentieri che non erano segnati. La sera in cui siamo state aggredite dai vermi giganti ci siamo ritrovate dietro quella grande pietra, ancora calda dei raggi della giornata, e ci siamo strette la mano, come chi sa che la morte e’ piu’ che un accidente. Tu mi hai guardato e mi hai detto: le tue disgrazie sono la tua fortuna, mai potresti stringere la mano di qualcunaltro se tu non ti sentissi in pericolo. Cerca di tenere un varco aperto al dolore, sara’ il tuo metro della gioia. Io me lo ricordo ancora.