Love is not blind, it is far-sighted: the proof lies in the fact that it begins to see defects as they gradually slip away (Oscar Wilde)

L’amore e’ astigmatico, dice Oscar Wilde, se ne vedono i confini meglio da lontano che da vicino. Pensando a questo, guardavo di recente qualche ragazzino che si portava dietro qualche ragazzinanella piazza di paese allestita ad aperitivo –  devo dire che alcuni erano davvero molto belli e quindi mi hanno distratto dal mio intento di osservarli da entomologa – e ammiravo queste piccole donne che camminavano sapendo di avere il mondo ai loro piedi. Non mi ricordo di essere stata cosi’, io sono una povera handicappata che cerca di mascherare la sua gioia per non turbare le tristezze altrui, ma magari ho fatto qualche entrata trionfale, magari anche io mi sono sentita la principessa dagli occhi di ghiaccio, chissa’. Sempre preoccupata di non arrivare impreparata al passaggio da una fase a un’altra ho sempre cercato di invecchiare prima, e ho scoperto che siamo la maggioranza ad essere cosi’ – e’ dolce sapersi in larga compagnia – e questo mi ha sempre permesso di guardare i miei amici con buona lontananza, come se sapessi che ogni minuto non sarebbe tornato piu’, come un cane prima dei terremoti. I miei amori non li ho vissuti e oggi posso dire di avere fatto benissimo: continuo ad attingere da esistenze che si sono guardate ma mai compenetrate tutti gli elementi del mio viaggio, tutta l’ispirazione e persino un pochino di saggezza; se mi fossi data completamente sarei oggi una creatura morta, giacche’ i ricordi mi annientano. Oggi vedo i contorni dell’amore pittore, di quello  scrittore, del tecnologico e persino del vecchio, e sono dolci, belli: ho fatto cosi’ bene a non sfigurarli.

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