Ma sei proprio sicura di avere una scelta sola?

Juanita de Paola

La mia amica G ha imboccato la via della lascìvia qualche anno fa, ha scelto cioè di essere una di quelle femmine che poco si curano della cucina e molto delle lenzuola. Gradevole alla vista e abbastanza silenziosa, G ha smesso di suonare la chitarra per farsi crescere le unghie, ammettendo alla volè che poi gli uomini amano le donne che non sanno fare tante cose. Sa essere l’anima della festa ai party, ha perso dieci chili, può finalmente indossare scarpe piatte e camicette accollate, come solo le belle. Ha di recente comprato un bassotto.

La signorina che può aspirare ad appaiarsi con un uomo in mocassini e camicia bianca, sa levarsi il reggiseno senza vergogna, ai party, e fare il bagno nuda in piscina senza essere volgare. Al contrario della sua amica cicciotta con gli zoccoli, che è lavandara anche quando beve lo champagne – ha le dita corte. G ha fatto un investimento e si è presa un piccolo scannatoio nel cuore di una città molto bella dopo che ha avuto un’epifania: ha conosciuto l’amante di un pezzo grosso, che l’ha aiutata a superare certi blocchi, in fin dei conti si vive una vita sola, meglio avere rimorsi che rimpianti e così via. Così si è lanciata nella vita foie gras, nella direzione opposta, di L, che a ventidue anni si sposa e interrompe gli studi per mettere su una famiglia numerosa: è così piccina che è convinta ancora di potere pianificare ogni cosa, comprese le emissioni mammifere. L ha avuto un solo fidanzato che sposa, G ne ha sei assieme, che non la sposano – che lei pure non impalmerebbe, mai.

V si è finalmente accasata: ci ha messo una vita, pur essendo parecchio carina e intelligente. Ma era una di quelle che incollano le ciocche di capelli dei fidanzatini nel diario, e queste sono cose che un pò si percepiscono. Poi ha trovato uno di quelli che ritirano le ricevute al casello senza ancora avere una partita iva, ed è scoccato l’amour. S ha scelto di devolversi, come il quattro per mille, all’azienda di famiglia. Fanno porte e finestre, e uno si immagina che chi fabbrica infissi viva una vita tranquilla, insomma, non ci sono respiratori o nanoparticelle da badare: invece no. Lavora venti ore al giorno, tutti i giorni.

K, invece, accoglie clienti in casa. Cioè ha fatto il salto dallo scannatoio al mantenimento. Ci siamo incontrate dopo tanto tempo, l’ho trovata ancora più bella di come era prima – e pensare che parliamo di venti anni fa, quasi – e asciutta come solo chi non deve pensare a niente altro che a un uomo può essere. Ha passato un pò di tempo con me e ci siamo abbracciate e molto: mi ha insegnato, tanti anni fa, come rimettere in linea quello che si fa con quello che si vuole. Lei, a proposito, ha sempre voluto un sacco di soldi, perchè è vissuta in orfanotrofio e poi di espedienti.

Vorrei che ogni tanto ci obbligassero a fare uno swap a noi donne, a uscire dalla zona di conforto, per vivere qualche tempo nei panni di una nostra amica, ovvero nei canoni – attesi e non – di un modello che non abbiamo scelto; invece, che strano, o diventiamo nostra madre o il suo opposto. Vorrei che ci fosse data l’arma segreta: quando sei prosciugata dagli affetti, fatti un paio di settimane come K, per imparare come è bello aggiustare i cuscini per un uomo invece che per i gatti. E quando senti di avere perso la tua bellezza, fatti un altro periodo come nonna cicciona che i nipoti vogliono abbracciare. Invece di cercare segni di malattia mortale in ogni malditesta, buttati nella mischia matrimoniale come L. Che cura, sarebbe, sapere vivere dieci vite assieme. Compresa quella di G.

1 Comment

  • Febbraio 14, 2020

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