Pensavo stamattina che ognuno di noi e’ il segreto di qualcunaltro, l’amore vissuto di nascosto o la persona goffa di cui vergognarsi: una parte inconfessabile della altrui vita di cui non abbiamo la minima idea di quanto pesi ne’ dello spessore. Mi ricordo qualche anno fa di un poeta e autore che, nonostante fosse di una bruttezza comica, mi aveva fatto girare la testa – era uomo sagace, divertente, attento, e soprattutto mi diceva quello che ogni donna intelligente e non particolarmente bella ama sentirsi dire “come sei bella”. Mi ricordo di una sera di estate, fra i campi di qualche festa di paese declinata a prosciutti e canzoni popolari (lui declamava), lui mi spari’ dalla vista per un po’. Per puro caso lasciai il campetto con il palcoscenico per andarmi a riprendere la macchina, non ricordo come mai dovevo scappare via, ma arrivata a destinazione accendo i fari della jeep, che illumina il campo antistante come in un film di ufo: c’era lui, che si abbottonava la zip, e c’era un’altra debosciata tutta capelli scossi e ciccia calante. Scoppiai a ridere di una risata sana, senza rabbia, come quando si manca la tombola per un numero o si casca in terra da soli sul ghiaccio. Non rividi piu’ il mio poeta, che comunque mi declamava solo le poesie, e gli sparii dalla vista e dalla vita. Tornai dal mio fidanzato, tenendo purtroppo l’episodio per me. Il poeta brutto come una jena e’ una delle mie persone segrete. La cicciona debosciata e’ stata (a torto) probabilmente percepita come (una) persona segreta dal poeta brutto come una iena, che in una sera d’estate perse la sua musa per sempre.