Donne la cui vita e’ piu’ larga delle spalle possono saltare questo capitolo, perche’ lo sanno gia’. Ci vediamo Lunedi’, portate il sussidiario e le penne cancellabili blue e nera, faremo dettato. Le altre, la cui vita sia metafora felice delle anfore greche, aprano bene le orecchie e prendano appunti, tanto anche voi, un giorno, avrete la forma di un bombo.
I vestitini di seta non si sposano con la ciambella di grasso che giace fra l’ombellico e il monte di venere. Nemmeno le canottierine bianche un po’ slabbrate vi si adattano, e tanto meno tutto quello che non abbia una struttura insita in ossa di balena. L’ombellico, poi, c’e’ gente che non se lo vede da dodici anni. Questo per dire che, quando la temperatura estiva raggiunge gli enta gradi, la donna calabrone ( si fa prima a saltarla che a girarle intorno) soffre la calura ancora di piu’, perche’ deve coprire le braccia pendule, le cosce grasse, il culo largo e la buzza floscia. Eppure alla fine della fiera, un po’ di sole lo piglia anche lei. E a Settembre puo’ finalmente ricoprirsi con stole, magline impalpabili ma lunghe e larghe, rispolverare i giacchettini strutturati di mezza stagione, usare i cappelli e il trucco. Ecco che a Settembre, un po’ abbronzata e smagrita dai vestiti come un oscar dei costumi, la nostra e’ di nuovo donna e non piu’ bombo. Per questo, caro Filodemo, io credo di averti spiegato come mai e’ meglio Settembre di tutti quegli altri mesi.