Quando fermarsi? Quando continuare? L’eterno dilemma delle donne, che fino da bambine ricevono i complimenti per la loro costanza e omogeneità nelle scelte, diventa sempre più grave mano mano che si cresce. Ovvero: perseverare in un’amicizia senza animo, solo perchè ci si è frequentate per dieci anni, è costanza o è pura imbecillità? Proseguire in un rapporto trentennale di astio è onore o pigrizia? Credo ci sia un pò di tutto, ma alla base si sconta sempre l’incapacità di sedersi davanti ad uno specchio e dirsi cose, chiarificarsi pensieri, smontare ansie e rimontare i sogni in base alle proprie possibilità. Da piccino ti insegnano che quando vuoi qualcosa, se ce la metti tutta, la puoi avere. Ma nessuno ti insegna a volere. Nessuno ti dice che il percorso più difficile è quello che porta alla chiarezza. Ma insomma: cosa voglio? E perchè? Mi sto chiedendo ultimamente quanti rami secchi ci sono da tagliare: il mio albero sprofonda nel terreno, e non a causa dei frutti.
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