Ieri il mio futuro marito ha incontrato la sua futura ex moglie, la squisita Michelle, che ho ospitato in casa mia più volte quando ha voluto conoscere la Toscana, me e un sacco di altre cose.
Si sono incontrati in un pub, al solito, hanno bevuto una birra, hanno ringraziato il cielo per non essere più assieme e mi hanno chiamato al telefono. Lei mi dice sempre che lui non ti merita e lui che sono un uomo fortunato, è la nostra piccola commedia dell’arte e la trovo molto civile, carina persino. Hanno poi molto probabilmente fatto due risate alle nostre spalle, le mie e quelle di Andy, i rispettivi nuovi compagni, arrivati lunghi dopo i loro quattordici anni insieme. Questo incontro, che segue a molti altri, mi rimanda al momento in cui le cose si erano fatte serie fra me e Erin, quando un pomeriggio mi aveva messo a sedere e mi aveva detto ” guarda bene di non impedirmi mai di vedere la mia ex, siamo cresciuti assieme, non c’è più niente e mai ci sarà, ma ci vogliamo bene, aldilà di quello che ci siamo combinati“. Fra loro non un figlio ma un cane di straordinaria importanza, morto a diciotto anni con due denti e molto orgoglio. Ricordo di avere pensato di tutto, ma il contenuto predominante è stato certo, ci mancherebbe altro.
Io, questa fortuna non l’ho avuta. Eppure anche io ho avuto una storia lunga, anche io ho avuto amici che ho amato, supportato, fotografato, eccetera. Ma al momento della rottura non ho avuto nessun riguardo particolare, nessuna difesa d’ufficio: sono stata lasciata in pasto alle notizie volanti – si è sposato! Ha comprato due case! Era vestito di blue e lei di rosso! È tornato! È qui dietro! È grasso! È magro! – che mi hanno lasciato ogni volta sconvolta, mi dicevo, ma com’è possibile che anche il più imbecille del villaggio, proprio quello che prendevamo per il sedere assieme, sia adesso fichi-fichi con lui, che prima era mio, mio prima che di tutti quegli altri? Attaccata anche dagli amici, che hanno preferito mettermi nella scatola dell’oblio pur di non affrontare l’argomento, in una notte ho perso 13 persone: il fidanzatino e gli amichetti. Fino a pochi anni fa ho sempre pensato che un giorno lui avrebbe preso il microfono, sarebbe montato su un palco, e avrebbe spiegato che, occhio ragazzi, portate rispetto, siamo cresciuti assieme io e lei, curatevi di lei. Poi è tutto passato, e l’idea di un ricongiungimento di qualunque natura, sia con l’ex che con gli amici, è diventato un mostro a tre teste che non ho mai più avuto voglia di incontrare. La rabbia antica si è fatta largo ieri, da sola, e io l’ho fatta accomodare. Poi se n’è andata, e ha lasciato posto al rispetto per quei due seduti a Londra, e all’invidia. La mia.