Riapre la Locanda Juanita, stagione 2009-2010.

locandiera

Dio è benevolo quando ci dà qualche amico in difficoltà. Primo perchè non c’è nulla di più soddisfacente che sentirsi migliori dei propri cari, secondo perchè la ciliegina sulla torta è farglielo notare: vieni pure a trovarmi per raccontarmi del tuo fidanzamento andato a monte, questo renderà il mio matrimonio (orrendo) più sopportabile. Se tutto va bene, stasera guarderemo la televisione abbracciati commentando assieme “poverina”. Mio marito in realtà penserà io una botta gliela darei, mentre io sospirerò ricordandomi di quando anche io provavo sentimenti, di quando c’era, da qualche parte, un maschio che finalmente mi facesse stare male. Nota bene, tutti e due sanno cosa sta pensando l’altro, ma lui le carezza i piedi e lei gli lascia il telecomando.

L’amico in difficoltà è un’azione a rendimento sicuro, che riaccende animi e riporta antiche emozioni alla memoria; diciamoci la verità: non si vede l’ora che uno dei nostri sia sopraffatto da una delusione o coinvolto in un tradimento pazzesco per potere dire qualcosa, sentirsi di nuovo utili, fare finta di avere una moralità. Io, in questo campo, non ho antagonisti. Nemmeno da lontano. A casa mia si possono ricoverare tutti, peccatori e cornuti, depressi o ex mogli, nani e ballerine. Io mi piazzo in cucina, apro la bottiglia di vino e dico: fammi godere. Raccontami qualcosa. Essendo sprovvista di qualunque memoria, inoltre, sono la confidente perfetta: nel giro di due giorni ho perso completamente di vista i dettagli e la trama della storia, ma ho digerito abbastanza materiale per scrivere cento post e due libri.

La mia vita, senza le mie amiche che tribolano o i miei amici che si sposano per la quarta volta, sarebbe vuota. Inutile. Piatta come le tette di mia sorella Federica. Io dovrei pagarli per stare qui a dirmi e sai questo e sai quello, mentre loro mi guardano con riconoscenza, la stessa che si dovrebbe riservare a quelli che ti comprano l’oro a 6 euro al grammo quando sei disperato. A questo proposito ricordo la mia ospite preferita di sempre, che un giorno è arrivata qui vuota di soldi, vuota di sentimenti e senza punti di riferimento; che è ripartita incinta, (ricca) e decisa a trovare una direzione: ha sposato un bravuomo. E da quel giorno lì non mi ha più parlato – perchè sapevo, capito?

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