Segni premonitori.

Un tempo una goccia di acqua (plon, plon, plon) che venive giù nella doccia era il pretesto per prendere gli attrezzi di lavoro casalinghi e riparare qualche cosa. Poi è arrivata la nostra generazione, incapace di aggiustare qualunque cosa. Poi ci siamo evoluti: raccogliamo i vetri, separiamo la carta, intubiamo le bottiglie di plastica e quella goccia è un nemico alla salvaguardia dell’acqua – che ci dicono sta per finire come il petrolio, la femminilità e i tempi delle vacche grasse. Quindi si mette un secchio sotto la goccia e si riusa quell’acqua finchè il trombaio (idraulico e stregone) può venire a riparare il misfatto. Non so se devo essere fiera della mia correttezza ambientale o annoiata del fatto che nemmeno più una goccia d’acqua se ne può stare tranquilla a cadere nella doccia senza che io mi senta in colpa. Odio i feticci, eppure ci convivo.

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  • Aprile 23, 2020

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