Sentirsi come prima, senza sapere come e perchè.

Che devo fare. Ho provato di tutto: il saluto al sole dei buddisti. Le richieste dei cattolici. Le offerte delle tribù. Nel frattempo ho notato che i popoli più sono poveri e meno chiedono, ma questo non è l’obiettivo del mio discorso. Ho provato a instillare un millimetro di ragionevole pazza felicità in tutti quelli che ho intorno, raggiungendo risultati scarsi. Miserabili. E loro credono che la matematica sia una scienza esatta, quindi cosa vuoi che capiscano della necessità di essere entusiasti finchè si è vivi; al massimo hanno provato a avvelenare me, loro stessi, quella col carrello troppo vicino, quello che cammina storto, ma che cazzo ne so, chiunque gli sia passato accanto – ma più me, è un talento che ho, mi circondo naturalmente di persone che sono portatrici sane di rogna esistenziale.

Tutto questo passa in secondo (ultimo) piano quando Jonny Lang fa la voce da vecchio negro e mi fa una variazione in si bemolle minore al posto del re. Poi mi ricordo dell’inps arretrata e mi torna il malumore. Poi mi ricordo che anche oggi mi è andato bene un affare. Poi mi viene in mente che non posso fumare in casa e ricado nella disperazione. Poi arrivano i pensieri seri, tipo ma mio padre non aveva di meglio da fare che rincoglionire proprio ora che sto diventando ricca?

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