Storie di musica e balli zingari.

Filodemo, le persone a me confessano i loro segreti. Primo perche’ io sto zitta. Secondo perche’ mentre parlano sto zitta. Sembrano cose normali, ma mi ci sono voluti tanti anni per capire che quando uno parla, quell’altro sta zitto. Mi ce ne sono voluti assai di piu’ per capire che la mia passione per le persone un po’ al confine del normale, un po’ zingare, un po’ volatili, altro non era che una preparazione alle cose della vita, ma questa e’ un’altra storia. Succede, Filodemo, che questo signore che un tempo batteva la vita al ritmo del suo tamburello, che suonava molti strumenti, che mangiava come un ingordo e falciava stuoli di donne col suo sorriso aperto e giallino, si e’ sposato. Poi ha avuto un figlio. Poi un altro. poi ora non suona piu’ uno strumento e mangia solo proteine. E a te verrebbe da pensare che si e’ appaiato con una di quelle streghe che piano piano ti levano gli amici, poi lo strumento, poi le amanti e via giu’ in un circolo vizioso. Ma io ti rispondo che, certo che si e’ messo con una strega, ma solo per bisogno: e chi riesce a splendere per settantanni di fila? La storia e’ che le sue amanti, quelle di antichi data e pelo, si stanno sfregando le mani, in attesa del suo sessantesimo compleanno, per riprendere le loro abitudini.

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