Ti ho aspettato a finestre aperte.

E’ vero che lasciare le finestre chiuse d’estate e’ un delitto, non importa il caldo che fa, ma lasciare che il riscontro d’aria animi le tende bianche e che facciano un gioco coi raggi del sole a comporre trapezi proporzionali e’ magico, quasi.  Con quelle finestre aperte ho aspettato che tu entrassi cosi’ tante volte che tu non lo puoi immaginare. Tu non hai mai capito l’intensita’ che mi ti riguardava. E io sono una bugiarda sopraffina, una che sa persino arrossire a comando, e cosi’ mi sono comandata di cancellarti pianino, come si fa col metadone e l’eroina. Sono sicura che rideresti a questa metafora: ma che e’, cretina? Tutte le cose che non ti ho detto mai sono custodite nel mio futuro, nella donna che ho scelto di essere ma soprattutto in quella che mi e’ capitata di diventare. Provo una malinconia cosi’ forte certe volte, che mi sono grata di essermela procurata, eppure bastava che una volta ti avessi detto “rimani”. Macche’.

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